Ho paura di sbagliare, di fare scena muta, di non rispondere alle domande, di fare una brutta figura, di mostrarmi agitato o impreparato». Questo è quanto dice di sé chi non si sente sicuro nell’affrontare un’interrogazione o una verifica scolastica. Forse si tratta di bassa autostima, di paura di fallire, di timidezza… Così le persone descrivono le proprie risposte comportamentali a situazioni di vita stressanti: una prova scolastica ma anche una relazione importante di lavoro, talvolta un confronto sentimentale.

L’ansia

In realtà l’ansia, nel suo quadro clinico, prevede risposte fisiologiche e comportamentali per lo più definite. È importante distinguere tra l’ansia come sentimento o esperienza, e il disturbo d’ansia come diagnosi psichiatrica. Una persona può sentirsi ansiosa senza soffrire di un disturbo d’ansia. L’ansia è infatti una risposta multisistemica a una minaccia o a un pericolo percepito. Riflette una combinazione di cambiamenti biochimici nel corpo, la storia personale, la memoria e la situazione sociale. Sintomo principale è la preoccupazione: ci si reca dal medico per raccontare il disagio fisico elencando sintomi quali battito cardiaco accelerato, intensa sudorazione, nausea.
E ancora irrequietezza, irritabilità e insonnia: ci si sveglia improvvisamente per non riuscire più a prendere sonno. Senza dimenticare la stanchezza e la difficoltà di concentrazione. Parlando con le persone si scoprono eventi traumatici di diversa origine: difficoltà relazionali personali e/o familiari, eventi critici del ciclo di vita come il passaggio dall’essere in famiglia al matrimonio, la nascita del primo figlio, terminare gli studi, entrare nel mondo del lavoro o andare in pensione. Uscire di casa e viversi in autonomia in un appartamento e con il proprio lavoro rappresenta, ad esempio, il raggiungimento di una tappa importante della vita di ognuno e la risposta cognitiva ed emotiva a questo passo è spesso intensa e contrastante. Si è felici per il successo ottenuto ma può anche sembrare l’inizio di una solitudine e di un eccessivo carico da affrontare.

La tensione verso il cambiamento 

Il raggiungimento del diploma o il superamento di un esame all’università rappresentano l’avvicinamento a una meta. L’uscita dal mondo scolastico e quindi l’inizio di una nuova realtà fatta di impegno personale e di motivazione al cambiamento, aspetti che sottintendono un obiettivo e la tensione al raggiungimento di altre tappe di sviluppo. Non è semplice e per gli ansiosi è il tempo di sperimentare sintomi quali la paura, l’angoscia, la pressione e il combattimento interiore. Più c’è ansia più si ritarda il raggiungimento del risultato perché si rallenta, ci si difende, si aspetta e ci si chiude. Arrivare a non uscire per non andare a scuola o non riuscire a concentrarsi per preparare un esame universitario, fa sì che la persona si percepisca come fallita e incapace. Dalla paura si genera quel circolo vizioso che può condurre alla depressione, ovvero più ci si percepisce incapaci e ci si sforza per raggiungere i propri obiettivi, più si sente di non riuscire e quindi ci si avvilisce.

Essere reattivi e organizzati

Per affrontare l’esame al meglio si può usare l’ansia in senso positivo cioè “tenersi sul pezzo” per offrire una prestazione fondata sullo studio e quindi sulla certezza di essere preparati. Riposare bene la notte e studiare nelle prime ore del mattino e dopo una buona colazione. Cercare uno svago nella giornata che riporti il buonumore e predisponga a riprendere la concentrazione. Fare molte pause e riprendere dal riassunto delle cose appena studiate. Usare il bel tempo per le passeggiate all’aperto oppure per rilassarsi in modo utile praticando ad esempio uno sport. Parlare con gli amici e distrarsi per sentirsi parte di una collettività con cui condividere i propri momenti di sconforto, stanchezza o di pessimismo. Parlare con un terapeuta quando se ne sente la necessità a causa del protrarsi dei sintomi, del malessere o del sistema in cui si vive. Ci sono molti aspetti che vanno considerati e spesso il tempestivo intervento del professionista permette di fare ordine nella confusione e di facilitare il recupero e il benessere.

I genitori:
attenti e propositivi
Quando a vivere lo stress per gli esami sono i bambini e i ragazzi, il supporto degli adulti è fondamentale. Ascoltare e osservare, cercare il dialogo, evitare di minimizzare o di sdrammatizzare eccessivamente quelle che sono difficoltà che causano stress e preoccupazioni che possono sembrare insuperabili. Fare attenzione agli eventuali malesseri psicosomatici che possono comparire, dal mal di testa ai dolori allo stomaco fino all’insonnia. Dimostrare di comprendere i sentimenti, di condividere gli obiettivi, infondere fiducia e coraggio, pianificare insieme una strategia: così si aiutano i figli a superare le difficoltà coltivando il senso di responsabilità e accrescendo la stima personale.

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