Il giorno più bello per festeggiare la vita a due è un punto di partenza ma anche di arrivo, perché conoscenza e prospettive condivise devono già essere state messe alla prova prima del grande passo. 

La coppia vive una preconoscenza che comincia durante il fidanzamento, periodo in cui le persone sperimentano la difficoltà maggiore: piacersi, capirsi e amarsi. In un primo momento le persone cercano di rappresentare il proprio modello di legame: si scambiano gentilezze, regali, frasi, coccole e comunicazioni che portano a capire come essere vicini è sentito dall’altro. C’è chi predilige parlare e vedersi sempre, chi sceglie di scrivere e incontrarsi poco, chi fa sorprese, regali, cene. Le abitudini del singolo sono portate nel legame nascente e così le persone capiscono di più di se stesse.

Fedeltà, sostegno, progettualità: perché l’impegno a lungo termine fa paura

Le basi solide per una relazione si ottengono quando alcuni presupposti del legame sono sentiti, vissuti e rispettati da entrambi. La fedeltà, l’ascolto, le attenzioni, la ricerca dell’altro, il dialogo, la comunicazione sui problemi e le difficoltà, l’espressione delle proprie emozioni, l’onestà, la serietà, l’impegno nella relazione e la progettualità. Molto di tutto questo spaventa perché oggi è più semplice appagare i propri bisogni senza doversi sposare, e quindi è più difficile che si trovi interesse nell’impegnarsi in un viaggio così difficile. È complicato gestirsi in coppia e può essere già complesso vivere da soli. Bisogna negoziare tutto, quando si è in due, ed è spaventoso per molti dover imparare a rinunciare per amore dell’altro. Venirsi incontro sulle necessità quotidiane e capirsi nelle priorità e nei bisogni significa entrare nel concetto dell’altro, accoglierlo e sostenerlo. Niente di più complesso, e richiede spesso fatica.

Dalla favola alla quotidianità

Quando la coppia è innamorata, vive la favola del tutto è meraviglioso ma bisogna saper tornare con i piedi per terra e riconoscere anche i difetti dell’altro: meglio farlo prima di sposarsi per chiedersi se si possono sopportare e conviverci serenamente. L’amore non può ridursi alla passione perché questa termina chimicamente presto e l’intesa sessuale, sebbene possa essere per molti fondamentale, passerà in secondo piano quando il rapporto sarà stabile e il tempo avrà aggiunto nuove fondamenta al rapporto.

Figli: sì o no?

È un argomento da trattare con attenzione perché non si debba scoprire dopo che uno dei due non sente il bisogno di esprimere la propria genitorialità. Ci sono degli aspetti che dovrebbero essere oggetto di analisi approfondita. Essere figli fa riconoscere delle responsabilità, essere genitori fa sperimentare il proprio essere figli. Abbiamo messo a posto il nostro precedente ruolo con i genitori? Diventarlo a nostra volta ci spaventa? Lo sentiamo come un bisogno? Ci immaginiamo capaci di essere buoni genitori? Cosa dicono, pensano gli altri di noi quando lo diciamo? Cosa vedono gli altri di noi? Cosa ci stiamo rispondendo?

Civile o religioso?

L’importante è essere prontiSe si sceglie di celebrare il matrimonio in chiesa, sarà necessario svolgere una preparazione spirituale gestita da un sacerdote o si potrebbe prevedere comunque qualche colloquio con uno psicologo di coppia per affrontare lo stress o il panico. A prescindere dal tipo di cerimonia e dal numero dei partecipanti, farsi aiutare non è mai sbagliato: se si vivono delle ansie e delle preoccupazioni è bene cercare una consulenza o affrontare un percorso condiviso per vivere nel pieno delle proprie risorse sostenendo ogni imprevisto e difficoltà.

LO STRESS DEI PREPARATIVI

Organizzare un matrimonio mette alla prova anche le coppie più solide. La scelta degli inviti, il tipo di rito, il pranzo, gli invitati, l’abbigliamento, le bomboniere, la divisione delle spese: quanti dettagli! Spesso si creano forti tensioni alimentate dai genitori. Spetta alla coppia decidere con serenità senza farsi prendere dalla fretta o dal desiderio di accontentare i parenti.

CALMA E DIALOGO

Quando sale la tensione, è meglio prendere le distanze dalle situazioni conflittuali. Respirare, restare in silenzio da soli e poi insieme, è una buona pratica. Anche scrivere le proprie perplessità per poi parlarne e trovare una soluzione insieme.

LO STILE DELLA COPPIA

Ognuno porta abitudini, desideri e modelli che si fondono, spesso scontrandosi, con quelli dell’altro. Così si crea una nuova dimensione, condivisa, fatta di regole implicite sulle quali si fondano l’intesa e la progettualità della coppia.

IMPARARE A DECIDERE INSIEME

Ricordiamoci di non escludere mai l’altro da qualsiasi decisione, anche la più ovvia. Siamo in due, non dobbiamo dimenticarlo! Ma soprattutto non dobbiamo sottovalutare il possibile apporto del punto di vista del partner, che può arricchirci con una risposta inaspettata e sorprendente. Non sostituiamoci all’altro anche quando ci sembra sia la metà perfetta della mela.